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IL DISGUSTO

Una ragazza che prova disgusto.

Cos'è il disgusto?

Composto dal prefisso dispregiativo "dis" e "gusto", il termine “disgusto” esprime un sentimento di repulsione nei confronti di cose o persone che percepiamo in grado di violare i nostri confini corporei e contaminarci.

Il disgusto è spesso caratterizzato da un comportamento che tende ad allontanare qualcosa o qualcuno, da una sensazione di sporcizia, di contaminazione e da una reazione fisiologica quale nausea e vomito. Si tende a provarlo sin dalla prima infanzia e può essere strettamente correlata al rifiuto di sapori e odori che non si gradiscono. 

In psicologia rientra nel gruppo delle emozioni primarie, che sono innate e verificabili in tutta la popolazione mondiale e per questo universali (come paura, rabbia, tristezza, gioia, sorpresa). 

Le emozioni secondarie, invece, sono quelle che hanno origine dalla combinazione tra le emozioni primarie e si configurano durante la vita degli individui mediante l’interazione con l’altro.


Le parole per descrivere il disgusto

Per descrivere il disgusto si utilizzano diversi termini e citiamo, tra i più comuni: antipatia; avversione; derisione; disdegno; disprezzo; odio; rancore; renitenza; repulsione; ripicca; ripugnanza; sdegno; spregevole; sufficienza. 

Il disgusto funzionale

Il disgusto rappresenta un’emozione utile, in quanto è in grado di tenerci lontani da sostanze o situazioni potenzialmente dannose.

In chiave evolutiva possiamo considerarlo un adattamento di difesa contro gli attacchi di microbi e protezione contro le malattie che minano la sopravvivenza dell'essere umano.

Esiste una differenza di genere per quanto riguarda il disgusto, maggiormente percepito dalle donne in quanto responsabili del prendersi cura della prole e del provvedere alla loro protezione, sviluppando così una percezione più elevata del rischio connesso a possibili fonti di malattie. 

Gli eventi che stimolano il disgusto

Tra gli eventi che possono stimolare l’insorgere del disgusto possiamo individuare l’assaggiare o ingoiare qualcosa che non si vuole; toccare o indossare oggetti appartenuti ad un estraneo, a un morto o ad una persona sgradevole; avvicinarsi ad una persona o un animale sporco o viscido; vedere o annusare deiezioni umane o animali; vedere o farsi prelevare il sangue; vedere o essere vicino ad un cadavere; osservare o udire una persona che si umilia o che priva qualcun altro della sua dignità; assistere o venire a conoscenza di un tradimento, di un abuso su minori, di episodi di razzismo o altri tipi di crudeltà; essere obbligato a prendere parte o a guardare un rapporto sessuale non voluto; essere obbligato a guardare qualcosa che viola profondamente i valori della propria morale; confrontarsi con qualcuno che non accoglie i medesimi valori.

I sintomi del disgusto

Il disgusto si manifesta solitamente attraverso la nausea, il sentirsi male, svenire; l'impulso al vomito, conati, far fatica a deglutire, sensazioni di soffocamento; sentire un nodo alla gola; sentirsi contaminati o sporchi; sentirsi mentalmente inquinati; avversione a bere e mangiare; urgenza di fare una doccia; scappare o respingere; impulso intenso a sbarazzarsi di qualcosa; sputare; lavarsi, strofinarsi, fare il bagno; cambiarsi i vestiti; pulire gli ambienti; avere un’espressione facciale spiacevole; chiudere gli occhi, guardare altrove; serrare le mani o i pugni; corrucciarsi o non sorridere; irrigidire il naso o il labbro superiore; fare un sorrisetto; usare oscenità o imprecazioni; parlare con un tono di voce sarcastico; attaccare fisicamente le cause del disgusto; spingere o calciare lontano; correre via; trattare con sdegno o senza rispetto; evitare; escludere qualcuno.  


Fonti bibliografiche

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