Cosa è il bullismo?
Per bullismo intendiamo un tipo di azione che mira deliberatamente a fare del male o a danneggiare; spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi e persino anni, ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla base dei comportamenti sopraffattori c’è un abuso sistematico di potere e un desiderio di intimidire e dominare (Sharp e Smith, 1994). Le principali caratteristiche che permettono di definire un episodio con l’etichetta “bullismo” sono:
l’intenzionalità: il bullo mette in atto intenzionalmente dei comportamenti fisici o verbali con lo scopo di offendere l’altro, arrecare danno o disagio ed avere il controllo sugli altri (Gini, 2005);
l’asimmetria di potere: la relazione tra bullo e vittima è infatti asimmetrica, fondata sul disequilibrio di forza tra il bullo che agisce e la vittima che non riesce a difendersi. La forza del bullo può presentarsi in diversi modi: forza fisica superiore, abilità socio – cognitive e capacità di scoprire i punti deboli della vittima (Gini, 2005);
la persistenza, ossia la reiterazione di comportamenti prepotenti protratti nel tempo (non basta infatti un singolo evento per parlare di bullismo);
la vittima tende ad isolarsi, non ha sostegno e non lo cerca perché ha paura a parlarne per timore di ritorsioni o vendette da parte del bullo
Quali comportamenti violenti caratterizzano il bullismo?
Offese, parolacce e insulti;
Derisione per l’aspetto fisico o per il modo di parlare;
Diffamazione;
Esclusione per le proprie opinioni;
Aggressioni fisiche.
Il Cyberbullismo
Esiste inoltre un fenomeno parallelo denominato Cyberbullismo. Come suggerisce il nome, questo fenomeno consiste in atti aggressivi compiuti da un bullo (o un gruppo di bulli) usando varie forme di contatto elettronico a danno di una vittima (Smith, P. K., del Barrio, C., & Tokunaga, R. S., 2013). Rispetto al bullismo, il cyberbullismo assume una forma tutta sua: il bullo può infatti mantenere l’anonimato sulla rete, controllare le informazioni private della vittima e raggiungere un pubblico più vasto. La vittima può quindi non conoscere il volto del proprio aggressore e, generalmente, è una persona che ha difficoltà a scollegarsi dall’ambiente virtuale.
Come capire se nostro figlio è vittima di cyberbullismo?
Utilizza eccessivamente internet.
Chiude le finestre aperte del computer quando si entra nella camera.
Rifiuta l’utilizzo di Internet.
Assume comportamenti diversi dal solito.
Attua frequenti invii attraverso Internet dei compiti svolti.
Svolge lunghe chiamate telefoniche ed omette l’identità dell’interlocutore.
Dispone di immagini insolite all'interno del proprio computer.
Presenta disturbi del sonno; dell’alimentazione e psicosomatici (mal di pancia, mal di testa, etc.).
Mancanza di interesse in occasione di eventi sociali che includono altri studenti.
Chiama frequentemente da scuola per essere riportato a casa.
Presenta bassa autostima.
Inspiegabili beni personali guasti, perdita di denaro, perdita di oggetti personali.
Come capire se nostro figlio è vittima di cyberbullismo?
Sembra che tutto ruoti attorno al concetto di sé che, secondo alcuni studi, ad un buon livello permetterebbe a bambini e ragazzi di ottenere più successi sia in ambito relazionale che scolastico (Camodeca, 2008). Per concetto di sé si intende la teoria che ognuno sviluppa riguardo a se stesso e si riferisce alla percezione ed alla cognizione delle proprie caratteristiche, peculiarità e credenze riguardo se stessi, le capacità, le impressioni e le opinioni che ogni individuo pensa di avere e che lo contraddistinguono dagli altri (Damon e Hart, 1982).
Un basso concetto di sé condurrebbe alla vittimizzazione e costituirebbe, pertanto, un eventuale fattore di rischio al bullismo. Tale dinamica risulta rilevante anche per i bulli stessi, i quali sembra abbiano un alto concetto di sé ma non una buona immagine personale e cercano, infatti, di sembrare ciò che non sono, attuando determinati comportamenti prepotenti allo scopo di guadagnare potere, ammirazione e attenzione, al fine di migliorare l’immagine di sé (Marsh et al. 2001).
Come capire se nostro figlio è vittima di cyberbullismo?
Nel 2014 poco più del 50% degli adolescenti tra gli 11 e i 17enni, ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti al momento dell’intervista. Il 19,8% è vittima assidua di bullismo.
Prevalentemente i ragazzi tra gli 11 e i 13 anni (22,5%) piuttosto che gli adolescenti tra i 14 e i 17 (17,9%); si riscontra inoltre una prevalenza femminile (20,9%) rispetto ai maschi (18,8%).
Tra i ragazzi che utilizzano il cellulare e/o Internet, il 5,9% denuncia di avere subìto ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network. Le ragazze sono più di frequente vittime di Cyber bullismo (7,1% contro il 4,6% dei ragazzi).
Il 23,6% dei ragazzi tra gli 11 e i 17enni che si vedono raramente con gli amici è rimasto vittima di prepotenze una o più volte al mese, contro il 18% riscontrato tra chi incontra gli amici quotidianamente.
Il 63,3% dei pre-adolescenti e adolescenti è stato testimone di comportamenti vessatori nei confronti di altre persone, nei 12 mesi precedenti. Il 26,7% dichiara di avervi assistito una o più volte al mese.
Fonti bibliografiche
Camodeca, M. (2008). Benessere sociale e adattamento scolastico. In T. Aureli, E. Bascelli, M. Camodeca, S. Di Sano (Eds.), Il bambino in classe: Aspetti teorici e strumenti di valutazione (pp. 83-133). Carocci, Roma. https://www.carocci.it/prodotto/il-bambino-in-classe
Casas, J. A., Del Rey, R., & Ortega-Ruiz, R. (2013). Bullying and cyberbullying: Convergent and divergent predictor variables. Computers in Human Behavior, 29(3), 580-587. https://psycnet.apa.org/record/2013-06900-011
Damon, W., & Hart, D. (1982). The development of self-understanding from infancy through adolescence. Child Development, 53(4), 841-864. https://psycnet.apa.org/record/1983-10221-001
Gini, G. (2005). Il bullismo: Le regole della prepotenza tra caratteristiche individuali e potere nel gruppo. Firera & Liuzzo Publishing. https://www.ibs.it/bullismo-regole-della-prepotenza-tra-libro-gianluca-gini/e/9788887958362
Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). (2014). IL BULLISMO IN ITALIA: COMPORTAMENTI OFFENSIVI E VIOLENTI TRA I GIOVANISSIMI. https://www.istat.it/it/files/2015/12/Bullismo.pdf
Machmutow, K., Perren, S., Sticca, F., & Alsaker, F. D. (2012). Peer victimisation and depressive symptoms: Can specific coping strategies buffer the negative impact of cybervictimisation? Emotional and Behavioural Difficulties, 17(3-4), 403-420. https://psycnet.apa.org/record/2012-23533-015
Smith, P. K., Del Barrio, C., & Tokunaga, R. S. (2013). Definitions of bullying and cyberbullying: How useful are the terms. In R. S. Tokunaga (Ed.), Principles of cyberbullying research: Definitions, measures and methodology (pp. 26-45). https://www.researchgate.net/publication/233758575_Smith_PK_del_Barrio_C_y_Tokunaga_R_2012_Definitions_of_Bullying_and_Cyberbullying_How_Useful_Are_the_Terms_In_S_Bauman_J_Walker_y_D_Cross_Eds_Principles_of_Cyberbullying_Research_Definitions_measures_