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BIPOLARISMO


Due maschere: una felice e una triste.

Cosa si intende per bipolarismo?

L’umore di tutti noi si caratterizza per l’alternanza di diversi momenti di euforia, gioia, tristezza, rabbia irritabilità e questo rappresenta una condizione comunemente sperimentata nel corso della nostra vita. Ciò che caratterizza il bipolarismo è l’alternanza di episodi dell’umore particolarmente intensi, non si tratta di semplici oscillazioni del tono dell’umore ma di stati che procurano intensa sofferenza, tanto da causare una marcata compromissione del funzionamento lavorativo, sociale e familiare della persona che li sperimenta.

Il disturbo bipolare o bipolarismo è caratterizzato dall’alternanza di episodi maniacali o ipomaniacali, solitamente accompagnati da episodi depressivi.

Quindi non parliamo dei semplici alti e bassi che accompagnano le nostre giornate ma di veri e propri picchi del tono dell’umore che causano un significativo e marcato disagio personale e sociale.

Quali sono gli episodi dell'umore?

L’episodio maniacale è caratterizzato da un periodo di almeno una settimana di umore eccessivamente elevato, espanso o irritabile e da una maggiore presenza di energia. Più nello specifico possiamo ritrovare: un’elevatissima autostima; uno scarso bisogno di sonno; una maggiore loquacità; si può avere la percezione che i pensieri si susseguano velocemente; maggiore distraibilità; aumento delle attività sociali, lavorativa, scolastica e sessuale; eccessivo coinvolgimento in attività potenzialmente dannose o pericolose, come acquisti incontrollati o comportamenti sessuali sconvenienti.

L’episodio ipomaniacale presenta le stesse caratteristiche dell’episodio maniacale tuttavia la sua intensità è minore sia nella durata (almeno 4 giorni) sia nella compromissione del funzionamento della persona. Al contrario dell’ipomania nella mania è possibile ritrovare manifestazioni psicotiche, una maggiore presenza di irritabilità, di comportamenti che mettono in pericolo il benessere della persona e delle relazioni.Nell’episodio depressivo ritroviamo per un tempo di almeno due settimane, un umore persistentemente basso per la maggior parte del giorno tutti i giorni; diminuzione di interesse per la maggior parte delle attività che la persona abitualmente svolge; insonnia o ipersonnia; agitazione o rallentamento psicomotorio; mancanza di energie; sentimenti di colpa o autosvalutazione; scarsa concentrazione; presenza di pensieri di morte.

Quanto è diffuso?

Diversi studi hanno stimato che la sua prevalenza sia compresa tra 0,5 e 5% nella popolazione mondiale. Secondo il DSM 5 è più comune nei paesi ad altro reddito piuttosto che in quelli a basso reddito.

È importante sottolineare che è un disturbo dalla difficile diagnosi in quanto chi ne è affetto difficilmente riesce a riconoscerlo, soprattutto nelle fasi ipomaniacali perché spesso vissute come momenti di benessere.

Quali sono le cause?

Come molti altri disturbi non è possibile rintracciare una causa univoca ma ci sono una serie di fattori che concorrono alla sua manifestazione che solitamente avviene in adolescenza o nella prima età adulta.

Fattori genetici e neurobiologici: varie ricerche hanno dimostrato un’elevata ricorrenza in ambito familiare. Il rischio e la vulnerabilità possono aumentare più il grado di parentela è vicino (es. padre, madre).

È stata inoltre dimostrata la presenza di uno squilibrio a livello neurotrasmettitoriale.

Fattori psicosociali: in questo ambito fattore di rischio importante è sicuramente la presenza di traumi in età infantile, come l’abuso. Inoltre anche la relazione di attaccamento, ovvero la relazione che si viene ad instaurare fin dai primi istanti di vita tra il bambino e chi se ne prende cura, riveste un ruolo importante. Spesso è possibile ritrovare famiglie caratterizzate da un’alta emotività espressa, ovvero famiglie che possiedono uno stile comunicativo tendente alla critica, all'ostilità ed un eccessivo coinvolgimento emotivo.

Gli eventi di vita stressanti possono avere un ruolo scatenante soprattutto nelle prime manifestazioni del disturbo, successivamente il loro valore nel poter determinare un’alterazione del tono dell’umore diminuisce progressivamente.


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